venerdì, dicembre 22, 2006

Quiete

Piccole onde
increspano appena
la superficie del lago
e si frangono a riva
senza rumore.
La luna
si leva tranquilla
tra le nebbie e i silenzi,
illuminando
il cielo immenso.
Il tempo e gli errori
scorrono piano
dentro di me,
ora che luci riflesse
ed infinite distanze
mi separano da ogni cosa.

mat

Nutrire l'anima

"Se hai due pezzi di pane danne uno ai poveri, vendi l'altro e compra dei giacinti per nutrire la tua anima."
Poesia indù

Oggi mi sento così ...

mat

La conchiglia

"Il fatto che qualsiasi corpo arrivasse me dall'eternità, mi faceva rabbrividire. Il fatto che una cosa fosse proprio così e non altrimenti, mi riempiva di stupore. Un giorno, davanti ad una conchiglia, mi resi con la massima chiarezza che il suo modo di esistere non era sordo come avevo pensato fino a quel momento."
Alfred Kubin (L'altra parte)

mercoledì, dicembre 20, 2006

Razionalità

Ogni risposta
è una gabbia.
Ogni idea
è una prigione,
per la nostra mente,
che ha disimparato
a vagare
libera
nell’essere.

mat

Rincrescimento estremo

"Due sono le persone che provano rincrescimento quando muoiono: chi aveva dei beni e non li ha goduti e chi aveva istruzione e non se n'è servito."
Sa'di (Golestan)

Aggiungerei (e mi sembra il più importante):
... chi aveva amore e non l'ha donato.

mat

venerdì, dicembre 15, 2006

Perché avvengono le cose? (3) – Esplorare

"Sono irrequieto.
Sono assetato di cose lontane.
La mia anima esce anelando
di toccare l'orlo dell'oscura lontananza.
...
Dimentico, sempre dimentico,
che non ho ali per volare.
...
Dimentico, sempre dimentico,
che non conosco la strada,
che non ho il cavallo alato."
Rabindranath Tagore (Il Giardiniere)


... ma com'è bello questo cercare,
questo avanzare a tentoni,
incerto ed imperfetto.
Com'è bello ogni giorno
esplorare la nostra vita
ed amarla fino in fondo,
senza incertezze.

mat

Riflessi

Vita e morte:
riflessi equivalenti
dell'infinito esistere.
Da sola
l'una
non potrebbe
vivere,
l'altra
non potrebbe
morire.

mat

martedì, dicembre 12, 2006

Perché avvengono le cose? (2) – Nel bosco e nella nebbia

"Qui raggiungiamo la grande barriera del pensiero... Mi sento come se fossi improvvisamente entrato in un grande banco di nebbia nel quale il mondo familiare è scomparso"
Sir Bernard Lovell

Quando penso agli eventi che accadono, io ho la medesima sensazione. Mi sembra di essere in un bosco con la nebbia: sono circondato da alberi, l’orizzonte è molto limitato in tutte le direzioni. Gli alberi e la nebbia non permettono di vedere lontano, non c’è nulla che indichi la strada giusta, ma devo comunque scegliere una direzione.
Nella vita di tutti i giorni è la stessa cosa: siamo circondati da eventi che accadono, alcuni sembrano collegati tra di loro, altri sembrano avvenire per caso, su alcuni possiamo influire, altri sembrano non modificabili. Gli eventi più lontani nel passato, nel futuro o semplicemente lontani dalla nostra vita fisica sono avvolti nella nebbia.
Poiché dobbiamo comunque vivere, il bosco e la nebbia rendono la nostra vita una continua esplorazione e scoperta, dove dobbiamo continuamente scegliere, ma non possiamo prevedere le conseguenze finali delle nostre scelte.
Per assurdo infine, siamo liberi di scegliere proprio perché non possiamo prevedere fino in fondo le conseguenze delle nostre scelte, altrimenti saremmo sempre in grado di riconoscere la strada migliore per il compimento della nostra vita. E non potremmo non sceglierla!

… la riflessione continua.

mat

giovedì, dicembre 07, 2006

Marquez

- Siamo sempre stati poveri e non ci è mancato nulla - gli disse.
- Il fatto è diverso - gli disse il generale. - Siamo sempre stati ricchi e tutto ci è mancato. -

Gabriel Garcìa Màrquez (Il generale nel suo labirinto)

mercoledì, dicembre 06, 2006

Perché avvengono le cose? (1)

"Se infatti la Creazione non avesse lo scopo fondamentale di servire lo spirito, sarebbe assurda, priva di senso."
Mircea Elide (Lo Yoga)

Perché avvengono le cose?
La risposta può essere di tre tipi:
- causa-effetto: ogni evento è il risultato degli eventi precedenti,
- destino: ogni evento accade per realizzare uno scopo finale,
- caso: non c’è un disegno organizzato.

Il meccanismo causa-effetto è quello più “vero” nella nostra esperienza, ma spiega le cose fino ad un certo punto.

Se ad esempio sono stato coinvolto in un incidente automobilistico, c’è tutta una catena di eventi che lo spiega: ero lì perché dovevo andare in un certo posto, la strada era sdrucciolevole per la pioggia, andavo troppo veloce perché ero di fretta, ero di fretta perché la sera prima ero andato a letto troppo tardi, …
Però tutta questa catena di cause mi ha portato ad investire un altro automobilista che stava facendo il suo percorso regolare e la sua catena di cause non l’avrebbe portato ad avere un incidente: andava piano, era attento, … .
Però se lui non fosse passato di là in quel momento, nemmeno io avrei avuto l'incidente ...

Il fatto che l’incidente sia avvenuto richiederebbe quindi una spiegazione di “secondo livello”:
- causa-effetto: c’è una catena di cause “comuni”, che non riusciamo a vedere,
- destino: c’è uno scopo finale che non riusciamo a vedere,
- caso: è accaduto, ma non è spiegabile.

Nella realtà quindi non riusciamo a spiegare fino in fondo la maggior parte (forse tutte) le cose che ci accadono.
Questo ha delle conseguenze importanti nella nostra vita su cui vorrei riflettere nel prossimo post.

mat

martedì, dicembre 05, 2006

Siamo tutti responsabili

Come luce,
ogni nostro piccolo pensiero
si riflette nel mondo,
rendendolo più colorato
oppure più grigio.

Come vento,
ogni nostra piccola azione
si disperde nel mondo,
donando gioia
oppure dolore.


Ogni 7 secondi un bambino muore di fame.

E' bello pensare, è bello scrivere, ma non basta: emozioni e pensieri devono sfociare nell'azione, altrimenti resta la frustrazione di un percorso incompiuto.
Voglio trovare uno sbocco "operativo" a questo blog.

mat

lunedì, dicembre 04, 2006

53 minuti alla settimana

Era un mercante di pillole perfezionate che calmavano la sete. Se ne inghiottiva una alla settimana e non si sentiva più il bisogno di bere.
"Perché vendi questa roba?" disse il piccolo principe.
"È una grossa economia di tempo", disse il mercante, "Gli esperti hanno fatto dei calcoli. Si risparmiano 53 minuti a settimana".
"E cosa se ne fa di questi 53 minuti?"
"Se ne fa quel che si vuole..."
"Io", disse il piccolo principe, "se avessi 53 minuti da spendere, camminerei adagio adagio verso una fontana..."»
Antoine de Saint-Exupery (Il piccolo principe)

Senza altre parole.

mat

venerdì, dicembre 01, 2006

Coffee Break - Luoghi

Piccola lista dei posti che mi piacciono e di quelli che non mi piacciono.

Belli:
1) San Candido - Innichen: uno splendido paesino sulle Dolomiti a me molto caro
2) Londra: il posto dove vorrei vivere se dovessi andarmene dalla mia città
3) Il Chianti: uno dei posti più belli del mondo
4) Il sud della Spagna: sia il mare, che le città dell'interno
5) Rio de Janeiro: pericoloso, ma stupendo
6) La Val Veny: sotto il Monte Bianco

Brutti:
1) La Stazione Centrale di Milano: grigia, triste e rumorosa
2) Rovigo: nebbia e vuoto
3) Il Belgio (tutto!): sporco, disordinato, pieno di sè, mi mette tristezza
4) Cincinnati (USA): ci ho passato una settimana da solo per lavoro e non ho trovato nulla di interessante
5) Gibilterra: mette tristezza quel pezzo di Inghilterra fuori contesto
6) L'aeroporto di Heathrow: stressante

Ciao, mat

Del donare

"Vi sono quelli che danno poco, del molto che hanno
e lo danno per averne riconoscenza
e tale loro nascosto desiderio rende abbietti i loro doni.
E vi sono quelli che danno tutto il poco che hanno.
Sono questi i credenti nella vita e nella sua munificienza
e il loro forziere non è mai vuoto.
Vi sono quelli che danno con gioia
e quella gioia è la loro ricompensa.
Vi sono quelli che danno con pena e stento
e quella pena è il loro battesimo.
Vi sono quelli che danno senza pena nel donare,
nè cercano gioia,
nè danno preoccupandosi della virtù;
essi danno così come fa il mirto, laggiù nella valle,
che effonde nell'aria la sua fragranza."
Kahlil Gibran (Il profeta)


Non si parla di donare cose fisiche, ma di donare se stessi alla vita.

mat