venerdì, luglio 01, 2011

La montagna

Iniziai ad amare la montagna fin da bambino. Mi piaceva vivere all’aria aperta e mi piaceva la sfida con me stesso: volevo sempre andare un po' più avanti, arrivare un po’più in alto.
Da bambino amavo soprattutto i boschi ed i prati. Il profumo dei pini e quello dell’erba tagliata erano per me il profumo della gioia e della libertà. Amavo correre, giocare ed osservare gli insetti. Mi affascinavano questi piccoli esseri vivi, così diversi da noi, eppure in fondo così uguali, che come noi vedevano, camminavano, provavano dolore, avevano bisogno di nutrirsi e se li prendevo in mano cercavano di scappare.
Da ragazzo iniziai ad amare le rocce e l’aria sottile dell’alta quota. Mi piaceva arrampicare, eseguire movimenti che mi permettevano di salire dove pochi osavano spingersi. Mi piaceva affrontare la paura del vuoto, imparare a fidarmi delle mie mani spellate dalla roccia e del mio cervello in grado di inventare una via dove non era evidente.
Ogni ragazzo deve mettersi alla prova per capire fino a dove lo possono portare la sua forza e la sua intelligenza. Ed io avevo bisogno delle montagne per accrescere la fiducia in me stesso.
Amavo la roccia anche perchè rappresentava qualcosa di fisso ed immutabile. Spesso infatti mi capitava di ripetere alcune vie e notavo che pur a distanza di tempo, i miei movimenti erano gli stessi. Mi sembrava allora che arrampicare fosse qualcosa di eterno ed avevo la sensazione che la via percorsa rimanesse dentro di me per sempre: avrei potuto rifarla in ogni momento e riviverla in modo esattamente uguale a come era nella mia memoria. Per lo stesso motivo non mi piacevano le salite su ghiaccio; le condizioni della montagna erano sempre diverse, la salita era legata al "qui ed ora" e lasciava dentro di me un ricordo "instabile". Sapevo infatti che ogni ripetizione sarebbe stata diversa: avrei dovuto ripartire da zero ed i miei ricordi non avrebbero avuto alcun valore.
A quei tempi ero assolutamente convinto che il "qui e ora" non avessero alcun valore rispetto all'eternità, quasi che lo scorrere del tempo non fosse che un incidente di percorso dell'eternità.

mat

Nessun commento: