Ho letto che la sofferenza nasce dalla nostra incapacità di cambiare.
Non sono convinto che sia sempre così: sicuramente soffriamo quando cerchiamo di restare "attaccati" ad idee, emozioni ed abitudini mentre tutta la vita cambia (dentro e fuori di noi). Ma credo che la sofferenza abbia anche altre fonti.
Una prima domanda che mi pongo fin da quando ero un ragazzino ed a cui non so rispondere è se la sofferenza nasca dentro o fuori di noi. Io credo che in fondo la sofferenza, così come la felicità, dipendano più da noi, che dalle circostanze esterne: è infatti possibile trovare persone "esternamente" fortunate (cioè sane, ricche, ...) che però soffrono e persone "sfortunate" che sono invece felici (è chiaro comunque che essere felici quando si è in salute, ricchi, amati, etc. è molto più facile).
Allora forse la sofferenza, più che dalla nostra resistenza al cambiamento, nasce dalla nostra ignoranza ed incapacità di accettarci ed accettare la vita così com'è.
Forse se fossimo davvero in grado di "vedere" ogni evento inserito nel grande disegno della Vita, la sofferenza svanirebbe perchè capiremmo il senso di ciò che sta accadendo. Certo potrebbe rimanere il dolore (ad es. per le malattie), ma se ne andrebbero tutte quelle emozioni negative quali angoscia, rabbia, frustrazione, depressione, che alimentano la sofferenza.
D'altro lato però non mi sembra corretto pensare che tutte le cause della sofferenza nascano dentro di noi e che sia possibile e giusto eliminare tutta la sofferenza dalla nostra vita: non soffrire di fronte a certi eventi negativi estremi sarebbe saggio o disumano?
Da un punto di vista più pratico io penso che noi siamo naturalmente portati alla ricerca della felicità e quindi all'eliminazione della sofferenza ed in questo percorso chi si rivolge all'interno è probabilmente destinato ad avere maggior successo di chi cerca la felicità all'esterno.
Però forse l'eliminazione della sofferenza o il raggiungimento della felicità non sono lo scopo principale di questa nostra vita.
Le mie riflessioni devono prendere un'altra direzione, più profonda.
mat
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