martedì, ottobre 31, 2006

Esplosioni di colore

"Imagination is more important than knowledge."
-- Albert Einstein


Immagino
spazi lontani
e silenziosi
dentro di me.
Ed ali colorate
di farfalla
per attraversarli.
Dolcemente
invento
mondi fantastici
ed esplosioni di colore,
che mi rendono
felice.

mat

lunedì, ottobre 23, 2006

Voglio essere come il cielo

All’inizio fu un piccolo pensiero: apparve per un attimo e subito scomparve.
Ero sulla cima di una montagna, il cielo era blu intenso sopra di me. Non c’era nemmeno una nuvola. Avevo 10 anni, ero felice e da qualche profondità dentro di me nacque questo pensiero: “Voglio essere come il cielo”.

Su un’altra cima, qualche anno dopo, il cielo era blu sopra il bianco del ghiacciaio. Sotto di me uno scivolo di ghiaccio ripidissimo e profondo scendeva fino al bosco, molti metri più in basso. Sopra di me qualche nuvola galleggiava nel vuoto cambiando continuamente forma. Io ero lassù, dove la terra finiva ed iniziava il cielo. Ero esaltato da una scalata molto difficile ed il pensiero ritornò, esattamente uguale alla volta precedente: “Voglio essere come il cielo”.

Un cielo grigio coperto di nuvole di pioggia sovrastava un mare cupo. Il vento forte spingeva le onde a frangersi rumorosamente contro gli scogli. Gocce di pioggia scendevano grosse profumando l’aria e nascondendo l’orizzonte. Ero triste e senza entusiasmo.
“Voglio essere come il cielo”. Ancora una volta questo pensiero mi penetrò profondamente.

A poco a poco, con il tempo capii.

Voglio essere come il cielo:
profondo, per poter arrivare a tutte le verità, anche quelle più lontane e nascoste,
trasparente per lasciar passare la luce del sole e delle stelle,
immobile per essere rifugio sicuro di chi ne avrà bisogno,
leggero, per non pesare sulle spalle di nessuno,
infinito, per poter scoprire sempre cose nuove dentro di me,
eternamente mutevole, per poter riflettere tutta la luce della vita,
vuoto per poter contenere e comprendere tutto.
E se qualche volta nuvole grigie mi avvolgeranno,
reali, ma immateriali,
voglio essere consapevole che sono destinate a dissolversi
mentre io ritornerò azzurro e trasparente.


… mi piacerebbe che qualcuno partisse da questi pensieri ed avesse voglia di approfondire queste immagini, magari potremmo rielaborarle più volte insieme, perfezionandole.

mat

giovedì, ottobre 19, 2006

Siamo ciò che pensiamo

Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione
che nasce da un pensiero torbido
è seguita dalla sofferenza,
come la ruota del carro segue lo zoccolo del bue.

Siamo ciò che pensiamo.
Tutto ciò che siamo
è prodotto dalla nostra mente.
Ogni parola o azione
che nasce da un pensiero limpido
è seguita dalla gioia,
come la tua ombra ti segue, inseparabile.

--Dhammapada - I versi gemelli

mercoledì, ottobre 18, 2006

In prigione

La prima conoscenza da acquisire, dolorosa e reale, era quella della mia prigione. La prima realtà da sopportare era quella della mia ignoranza, della mia vanità, della mia pigrizia, di tutto quello che mi lega alla mia prigione.
-- Renè Daumal (La Conoscenza di sè)

Non ricordo quando ho iniziato a costruire la prigione dove ora vivo.
Ricordo però i primi mattoni: formavano un muretto basso, che delimitava me stesso dal resto del mondo.
Era comodo avere un confine: alcune cose stavano all’interno e dovevo occuparmene, altre stavano fuori e potevo ignorarle, almeno fino a quando non si avvicinavano troppo.
Non era un confine invalicabile: quando volevo, con un piccolo salto potevo scavalcare il muretto ed andare fuori. Era divertente, ma anche pericoloso: volte smarrivo la strada oppure facevo dei brutti incontri. Allora tornavo velocemente all’interno ed alzavo un po’ il muro: sarebbe stato stupido non proteggersi dai pericoli.
A poco a poco mi procurai un bel letto caldo, buon cibo, buon vino, bei vestiti, quadri, libri. Stavo veramente bene all’interno della mia prigione, così invece di uscire presi l’abitudine di guardare il mondo esterno dalla finestra.
Dentro la prigione ogni cosa è al suo posto: questo ordine mi dà sicurezza, perché lo conosco bene e posso muovermi anche tenendo gli occhi chiusi.
A volte mi viene la curiosità di sapere che cosa accade fuori, ma poi un po’ per pigrizia, un po’ per paura, un po’ per abitudine ed un po’ per mancanza di fantasia preferisco restare qui dentro al sicuro.

Viviamo in prigione quando siamo schiavi delle nostre abitudini, quando i nostri pensieri seguono sempre gli stessi percorsi, quando non abbiamo la curiosità di scoprire nuove strade, quando chiudiamo gli occhi per non vedere quello che non ci piace, quando ci rifugiamo nella razionalità, quando per paura non accettiamo di metterci in gioco un’altra volta, quando per mancanza di fantasia ci accontentiamo di quello che già conosciamo.

Non si vive male nella prigione (questo è il problema!), ma il nostro destino è diverso: viaggiare, scoprire, esplorare la nostra vita fino alle estreme conseguenze.
mat

lunedì, ottobre 09, 2006

Faticare senza scopo

Qui vicino c'è ancora una colonia di coltivatori che fanno crescere delle patate per nutrirsi allo scopo di avere le forze necessarie alla coltivazione delle patate.
-- Renè Daumal (La Gran Bevuta)


Sono andato a cercare questa frase in un libro letto più di vent'anni fa perchè oggi la mia vita la sento così.

mat

venerdì, ottobre 06, 2006

La freccia e la tigre

La freccia che avrebbe dovuto colpire una tigre, si dirige verso una mucca; ma il riconoscimento dell’errore mentre la freccia viaggia non impedisce ormai che gli effetti si compiano ugualmente. (Vivekacudamani – Samkara).

Quante volte il nostro presente è determinato dal passato: fatti, pensieri, abitudini costruite negli anni dirigono le nostre emozioni ed azioni. A volte penso che invecchiare sia proprio questo: essere schiavi del passato, nel senso di non vedere davanti a noi la scelta tra varie direzioni possibili, ma soltanto una strada, che ci sembra l’unica possibile a causa di tutti i condizionamenti accumulati dentro di noi.

La mente si plasma principalmente attorno ai nostri desideri, che quindi ci rendono ciechi di fronte alle “altre” possibilità di scelta che si presentano in ogni istante. E più forti sono i desideri, più essi plasmano la mente e ne restringono l’orizzonte (basta pensare ad esempio a quante possibilità di scelta abbia un drogato in crisi di astinenza). Al contrario una mente libera da desideri potrebbe quindi essere in grado di scegliere in ogni istante tra più strade e vivere quindi una vita più ricca.

La liberazione dai desideri può veramente portare alla gioia, come dicono pressoché tutte le grandi religioni?
E se sì perché noi continuiamo a cercare la gioia nella soddisfazione dei desideri?

mat

martedì, ottobre 03, 2006

Vagabondare nella mente

"Would you tell me, please, which way I ought to go from here?" Alice speaks to Cheshire Cat.
"That depends a good deal on where you want to get to", said the Cat.
"I don't much care where..." said Alice.
"Then it doesn't matter which way you go," said the Cat.
"... so long as I get somewhere." Alice added as an explanation.
"Oh, you're sure to do that," said the Cat, "if you only walk long enough."
(Alice's Adventures in Wonderland - Lewis Carroll)

Anch'io a volte riesco a vagabondare nel cielo dell'essere, libero da pensieri ed emozioni. Non posso avere una meta perchè voglio scoprire cose che non so.

A volte immagino la nostra mente come l'universo. C'è una parte ben esplorata, che ci riserva poche sorprese: è come il nostro sistema solare e qui vivono la maggior parte dei nostri pensieri ed emozioni.
C'è poi una parte poco conosciuta formata da altri sistemi solari lontani da noi e che possiamo vedere soltanto quando è notte e la luce degli eventi più vicini è attenuata. Qui ci sono le nostre sensazioni ed emozioni più profonde, incapaci di trasformarsi in pensieri compiuti.
Infine c'è il limite estremo dell'universo, che probabilmente risponde a leggi "fisiche" diverse da quelle che conosciamo. Immagino questo spazio buio, freddo, silenzioso e vuoto.
Ho la sensazione che quella sia la parte feconda dell'universo: in quel vuoto nascono tutti gli eventi. Alcuni di questi dopo un viaggio nello spazio-tempo attraverso percorsi imprevedibili giungono a manifestarsi nella nostra vita.
Altri, forse la maggior parte, si perdono nello spazio che noi non vediamo.


Questa notte è morta di cancro una mia collega di lavoro americana, una cara amica. La notizia è arrivata via e-mail, insieme alle indicazioni per il servizio funebre e la sepoltura. E' strano essere parte di una comunità così dispersa nel mondo, essere sempre in contatto nonostante le differenze di fuso orario e, come conseguenza, essere invitati ad un funerale in Georgia. La mail si intitolava: "With Simpathy: Amanda".

mat