Tre sono per me le principali differenze tra le rappresentazioni della vita del cristianesimo e di alcune religioni orientali (induismo e buddismo in particolare).
La più evidente mi sembra il fatto che nella concezione orientale abbiamo un tempo infinito davanti a noi per evolvere, rimediare gli errori ed ottenere l’illuminazione.
Secondo il modello cristiano ci giochiamo invece tutta l’eternità durante questi pochi anni di vita fisica.
Perché non sarà possibile cambiare il nostro destino dopo la morte del corpo, se l’anima sopravvive?
Davvero non sarà più possibile evolvere, per il resto dell’eternità?
Un’altra grossa differenza è nel concetto di responsabilità individuale sul proprio destino: nelle religioni orientali siamo nati tutti uguali ed ognuno di noi sta oggi raccogliendo i frutti delle azioni da lui stesso eseguite in tutto l’arco delle vite passate (karma).
Il cristianesimo prevede invece la creazione di ogni anima in momenti diversi e con opportunità diverse (i famosi “talenti” della parabola del vangelo). Siamo quindi tutti diversi perché Dio ci ha creati così ed il nostro destino è pesantemente influenzato dalla volontà divina.
Ma allora perché tutte queste differenze?
Perché Dio vuole che alcuni bambini si ammalino gravemente e muoiano?
Perché alcuni di noi nascono in posti dove moriranno di fame, mentre altri saranno circondati da amore, fortuna e ricchezze?
La terza differenza riguarda il nostro futuro lontano: la visione cristiana immagina per noi un’eternità fatta di esseri individuali. La stessa resurrezione dei corpi è una metafora del mantenimento della nostra individualità.
Le religioni orientali ed in particolare il buddismo immaginano invece le vite individuali destinate ad annullarsi nell’Essere.
Ma allora perchè esistono oggi le nostre vite individuali?
Non muore forse la nostra anima annullandosi nell’Essere?
Ragionando con la nostra logica su questi concetti estremi, si arriva continuamente a vicoli senza uscita.
Sarà necessario prima o poi abbandonare i pensieri ed esplorare altri spazi …
mat
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