venerdì, agosto 28, 2009

Io sono

Io sono l’acqua trasparente,
io sono il vento senza forma,
io sono l’onda dell’oceano.

Io sono l’aria fredda del mattino,
io sono il profumo del bosco,
io sono roccia e ghiaccio.

Io sono l’attimo che appare,
Io sono alba e tramonto,
Io sono primavera ed autunno.

Io sono coloro a cui ho fatto il bene,
io sono coloro a cui ho fatto il male.
Io sono il bimbo che nasce,
io sono l’uomo che muore.

Io sono il samsara,
io sono gioia e dolore,
io sono la pura vastità del vuoto.

Io sono un’illusione.
Io sono, adesso.
mat

giovedì, agosto 27, 2009

Vuoto

Ho riflettuto molto sul concetto di vuoto buddhista e forse mi sto avvicinando a comprenderlo. Il buddhismo afferma che l'esistenza indipendente di esseri viventi ed oggetti è soltanto un'illusione. In altre parole il fatto che io esista come essere indipendente e separato da altri esseri è un'illusione.

Per anni questo concetto mi è stato difficile da accettare, negli ultimi tempi invece mi sembra di comprenderlo.
Ci sono arrivato seguendo tre ragionamenti convergenti.

Il primo è che nulla di quello che esiste in forma separata (essere vivente o oggetto) può esistere in maniera autonoma: se scomparisse quello che mi circonda scomparirei anch'io. Infatti se non ci fossero il sole, la terra, il mare, gli alberi e soprattutto se non ci fosse un equilibrio tra tutti questi elementi io non potrei esistere come persona. Estendendo il ragionamento si arriva a comprendere che ogni cosa dipende tutte le altre e che io stesso dipendo da tutto l'universo.

Inoltre se non ci fosse stata una lunghissima catena di eventi indipendenti da me, io non potrei esistere. La mia esistenza dipende infatti (almeno) dall'incontro tra mio padre e mia madre, ma la loro esistenza dipende dall'incontro tra i miei nonni e, risalendo, tutto dipende dalla oscura e remota combinazione di aminoacidi che ha dato origine alla vita sulla terra, che a sua volta dipende da come si è evoluto il sistema solare ... e così via risalendo fino al big bang, che ha dato origine ad una catena di eventi che ha generato la mia esistenza.

Il terzo ragionamento è che se cerco di scoprire che cosa "sono", trovo il vuoto. Sicuramente non sono (soltanto) il mio corpo: che è un agglomerato di materia organizzata, destinata a decomporsi e trasformarsi dopo la morte, non sono (soltanto) i miei pensieri o la mia coscienza, che al momento della morte scompariranno.
Potrebbe esserci un'anima "personale", diversa da tutto questo e che continua ad esistere in qualche forma completamente diversa dopo la morte (come descritto dalle religioni teistiche). In realtà però mi riesce più facile immaginare me stesso come la manifestazione temporanea della "forza" che organizza materia, pensieri, emozioni e tutto l'universo.

Riesco infatti ad immaginare la mia vita come un'onda nell'oceano: non esiste di per sè, non è un "oggetto". Non è nulla a cui si possa attribuire un'esistenza separata: è il movimento dell'acqua.
Con il tempo ogni onda scompare ed altre onde prendono il suo posto nell'immensa danza dell'oceano. E l'oceano resterà sempre uguale, come il cielo resta sempre uguale nonostante le nuvole che lo attraversano.

Sono concetti molto difficili da esprimere a parole, forse impossibili, ma spero di aver aperto qualche spiraglio che ne permetta l'intuizione.

mat