sabato, dicembre 10, 2011

Il vaso si spezza

Il vaso desiderabile che contiene le mie ricchezze, nel momento stesso in cui si spezza, diviene mio maestro. Questa lezione sulla fatale caducità delle cose è meravigliosa.
(Milarepa)

lunedì, dicembre 05, 2011

Diversità

Se vedete un albero diverso, aiutatelo a crescere in modo differente. Se vedete un cammino diverso, rallegratevi perchè oltre alla vostra strada, ci sono altre strade.
(Demetrio Gonzales Cordero)

mercoledì, novembre 23, 2011

La legge del dare

La legge del dare e del ricevere scaturisce da questa verita’:
l’universo non e’ qualcosa di fisso ed immutabile, ma una dinamica,
fluttuante, mobile corrente di energia.
Quando date incondizionatamente, create un temporaneo squilibrio
che deve essere corretto.
Come le molecole dell’aria affluiscono per colmare il vuoto,
l’universo si sforza di restituire cio’ che avete dato.

(Parole che guariscono - Douglas Bloch)

Agire

Rimanendo equanime nella felicità e nel dolore, nel guadagno e nella perdita, nella vittoria e nella sconfitta, affronta la battaglia della vita.
...
Tu hai diritto soltanto all'azione, e mai ai frutti che derivano dalle azioni. Non considerarti il produttore dei frutti delle tue azioni, e non permettere a te stesso d'essere attaccato all'inattività.
(Bhagavad Gita)

sabato, novembre 19, 2011

I veri nemici

Perfino se tutti gli dei e semidei si levassero contro di me come nemici, non avrebbero il potere di farmi precipitare nel fuoco del più profondo inferno.
Ma i potenti nemici, i difetti mentali, in un istante possono gettarmi tra quelle fiamme.
...
E come potrò mai essere felice, se dentro la mia mente, nella rete dell'attaccamento, dimorano i guardiani della prigione del samsara, quelli che diventeranno negli inferni i miei aguzzini e macellai?

(Bodhisattvacharyavatara - Shantideva)

Rinnovamento

Non perisce dunque del tutto ogni cosa che pare perire,
poiché la natura rinnova una cosa dall'altra e non comporta
che alcuna si generi se non l'aiuta la morte di un'altra.
(De Rerum Natura - Tito Lucrezio Caro)

Il sè separato

Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo "universo", una parte limitata nel tempo e nello spazio. Sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorta di prigione che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per le poche persone che si sono più vicine. Il nostro compito è quello di liberarci da questa prigione allargando in cerchi concentrici la nostra compassione per abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza.
(Albert Einstein - Ideas and opinions a cura di Sonja Bargmann)

Realtà e rappresentazione

La conoscenza razionale è un sistema di concetti astratti e di simboli, caratterizzata dalla struttura lineare e sequenziale tipica del nostro modo di pensare e di parlare... Il mondo naturale d'altra parte è un mondo di varietà e complessità infinite, un mondo multidimensionale che non contiene nè linee rette, nè forme perfettamente regolari, nel quale le cose non avvengono in successione, ma tutte contemporaneamente.

(Il Tao della fisica - Fritjof Capra)

giovedì, ottobre 20, 2011

Sognare

Ogni cosa appartiene all'uomo che sa sognarla.

lunedì, luglio 04, 2011

Le onde della vita

La materia che costituisce i nostri corpi è nata molto prima di noi, in qualche posto remoto dell'universo.
Qualche miliardo di atomi costituisce oggi il mio corpo. Probabilmente ogni atomo del mio corpo ha più 4 miliardi di anni (l'età della terra) ed in questo tempo lunghissimo è stato (almeno una volta) cielo, roccia, alberi, animali e altri uomini.
E' facile allora immaginare la vita fisica come un ordine ed un'organizzazione della materia: la mia vita oggi mi permette di "governare" gli atomi che costituiscono il mio corpo. Quando la mia vita fisica non ci sarà più, il mio corpo si dissolverà ed ogni atomo entrerà a far parte di qualche altro sistema organizzato, inanimato o vivente.
Si intuisce allora l'immagine buddhista della vita paragonata ad un'onda sull'oceano: la vita fisica è una forma, un moto nel mare delle particelle elementari. Onde di materia si formano e costituiscono esseri viventi, che poi si dissolvono. Ma la materia, come l'acqua dell'oceano, sarà già in movimento per formare altre onde ed altre vite individuali nasceranno. Potranno essere uomini o insetti, fiori o batteri, alberi o pesci in quell'incessante movimento delle onde della vita.
Mi rendo conto che non è facile esprimere questi concetti, ma spero di riuscire almeno a dare uno spunto per riflettere ed uno spiraglio per intuire.

mat

venerdì, luglio 01, 2011

La montagna

Iniziai ad amare la montagna fin da bambino. Mi piaceva vivere all’aria aperta e mi piaceva la sfida con me stesso: volevo sempre andare un po' più avanti, arrivare un po’più in alto.
Da bambino amavo soprattutto i boschi ed i prati. Il profumo dei pini e quello dell’erba tagliata erano per me il profumo della gioia e della libertà. Amavo correre, giocare ed osservare gli insetti. Mi affascinavano questi piccoli esseri vivi, così diversi da noi, eppure in fondo così uguali, che come noi vedevano, camminavano, provavano dolore, avevano bisogno di nutrirsi e se li prendevo in mano cercavano di scappare.
Da ragazzo iniziai ad amare le rocce e l’aria sottile dell’alta quota. Mi piaceva arrampicare, eseguire movimenti che mi permettevano di salire dove pochi osavano spingersi. Mi piaceva affrontare la paura del vuoto, imparare a fidarmi delle mie mani spellate dalla roccia e del mio cervello in grado di inventare una via dove non era evidente.
Ogni ragazzo deve mettersi alla prova per capire fino a dove lo possono portare la sua forza e la sua intelligenza. Ed io avevo bisogno delle montagne per accrescere la fiducia in me stesso.
Amavo la roccia anche perchè rappresentava qualcosa di fisso ed immutabile. Spesso infatti mi capitava di ripetere alcune vie e notavo che pur a distanza di tempo, i miei movimenti erano gli stessi. Mi sembrava allora che arrampicare fosse qualcosa di eterno ed avevo la sensazione che la via percorsa rimanesse dentro di me per sempre: avrei potuto rifarla in ogni momento e riviverla in modo esattamente uguale a come era nella mia memoria. Per lo stesso motivo non mi piacevano le salite su ghiaccio; le condizioni della montagna erano sempre diverse, la salita era legata al "qui ed ora" e lasciava dentro di me un ricordo "instabile". Sapevo infatti che ogni ripetizione sarebbe stata diversa: avrei dovuto ripartire da zero ed i miei ricordi non avrebbero avuto alcun valore.
A quei tempi ero assolutamente convinto che il "qui e ora" non avessero alcun valore rispetto all'eternità, quasi che lo scorrere del tempo non fosse che un incidente di percorso dell'eternità.

mat

La nascita

La vecchia tartaruga nuotava verso la superficie, aveva bisogno di respirare. Da cento anni nuotava nelle profondità fredde e buie dell’oceano e quasi non ricordava il profumo dell’aria. Allungò il collo e mise la testa fuori dall’acqua.  Immediatamente fu presa prigioniera dal giogo ed iniziò a dibattersi, ma era troppo tardi. Ci fu un rumore come di ossa sbattute contro oggetti metallici.
Una antica leggenda tibetana dice che la rinascita in forma umana è meno probabile del fatto che una tartaruga che emerge soltanto una volta ogni cento anni, infili la testa dentro un unico giogo galleggiante nell’immensità dell’oceano.
I miei genitori avevano appena terminato di fare l’amore. Uno spermatozoo stava penetrando nell’ovulo. Una nuova vita stava nascendo ed ero io: da una profondità oscura stava emergendo un piccolo corpo di energia caldo e scuro. Il rumore di oggetti metallici era sempre più forte. C’era come una sensazione d’angoscia e compresi che stavo morendo ad una vita precedente. Vidi chiaramente dei legami che cercavano di trattenermi nella profondità. Non sembrava un mondo felice, piuttosto era tetro e cupo, sotterraneo. Il mio corpo sembrava emergere da un pozzo ed era privo di consapevolezza, forse proveniva da un mondo in cui la vita era indistinta ed unica per tutti gli esseri.
Ero del tutto privo di amore e di conoscenza. Ero la vita individuale allo stato primordiale. Senza poter controllare nulla di quanto stava accadendo e senza poter comunicare con nessuno, la mia vita entrò nel minuscolo embrione ed il rumore scomparve, insieme all’angoscia ed alla consapevolezza.
Mia madre non si era accorta di nulla.

mat

lunedì, giugno 27, 2011

Appartenere

Non appartengo a nessuno.
Nessuno mi appartiene.
Ed in questa libertà mi immergo nel Tutto.

mat

venerdì, giugno 24, 2011

Fragilità e insicurezza

Qualche settimana fa sono andato ad ascoltare Zygmunt Bauman e tra le tante cose interessanti, ha detto una frase che mi ha colpito per la sua banalità e profondità allo stesso tempo. Bauman sostiene infatti che la nostra fragilità e la nostra insicurezza nascono dal fatto che come esseri sociali abbiamo bisogno di un rapporto con gli altri, ma per costruire una relazione bisogna essere in due, mentre per distruggerla basta la volontà di uno solo. Quindi per raggiungere uno dei nostri obiettivi primari (essere inseriti nella comunità umana) non possiamo contare soltanto sulle nostre forze, ma abbiamo bisogno degli altri e dipendiamo dalla loro volontà (e dai loro capricci).

Questa considerazione logica evidenzia ancora una volta come noi umani non abbiamo il potere di realizzare i nostri desideri: possiamo impegnarci per essere piacevoli, attraenti ed interessanti, ma il risultato non sarà garantito.
Da un punto di vista buddhista credo che questa potrebbe essere l'ennesima dimostrazione che l'unico modo per trovare una felicità stabile sia quello di non avere desideri.

mat

mercoledì, giugno 15, 2011

La felicità è una scelta

"Se vuoi essere triste, nessuno al mondo potrà renderti felice. Ma se decidi di essere felice, nessuno e niente al mondo potrà toglierti la felicità."
Paramhansa Yogananda