venerdì, luglio 01, 2011

La nascita

La vecchia tartaruga nuotava verso la superficie, aveva bisogno di respirare. Da cento anni nuotava nelle profondità fredde e buie dell’oceano e quasi non ricordava il profumo dell’aria. Allungò il collo e mise la testa fuori dall’acqua.  Immediatamente fu presa prigioniera dal giogo ed iniziò a dibattersi, ma era troppo tardi. Ci fu un rumore come di ossa sbattute contro oggetti metallici.
Una antica leggenda tibetana dice che la rinascita in forma umana è meno probabile del fatto che una tartaruga che emerge soltanto una volta ogni cento anni, infili la testa dentro un unico giogo galleggiante nell’immensità dell’oceano.
I miei genitori avevano appena terminato di fare l’amore. Uno spermatozoo stava penetrando nell’ovulo. Una nuova vita stava nascendo ed ero io: da una profondità oscura stava emergendo un piccolo corpo di energia caldo e scuro. Il rumore di oggetti metallici era sempre più forte. C’era come una sensazione d’angoscia e compresi che stavo morendo ad una vita precedente. Vidi chiaramente dei legami che cercavano di trattenermi nella profondità. Non sembrava un mondo felice, piuttosto era tetro e cupo, sotterraneo. Il mio corpo sembrava emergere da un pozzo ed era privo di consapevolezza, forse proveniva da un mondo in cui la vita era indistinta ed unica per tutti gli esseri.
Ero del tutto privo di amore e di conoscenza. Ero la vita individuale allo stato primordiale. Senza poter controllare nulla di quanto stava accadendo e senza poter comunicare con nessuno, la mia vita entrò nel minuscolo embrione ed il rumore scomparve, insieme all’angoscia ed alla consapevolezza.
Mia madre non si era accorta di nulla.

mat

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