mercoledì, ottobre 18, 2006

In prigione

La prima conoscenza da acquisire, dolorosa e reale, era quella della mia prigione. La prima realtà da sopportare era quella della mia ignoranza, della mia vanità, della mia pigrizia, di tutto quello che mi lega alla mia prigione.
-- Renè Daumal (La Conoscenza di sè)

Non ricordo quando ho iniziato a costruire la prigione dove ora vivo.
Ricordo però i primi mattoni: formavano un muretto basso, che delimitava me stesso dal resto del mondo.
Era comodo avere un confine: alcune cose stavano all’interno e dovevo occuparmene, altre stavano fuori e potevo ignorarle, almeno fino a quando non si avvicinavano troppo.
Non era un confine invalicabile: quando volevo, con un piccolo salto potevo scavalcare il muretto ed andare fuori. Era divertente, ma anche pericoloso: volte smarrivo la strada oppure facevo dei brutti incontri. Allora tornavo velocemente all’interno ed alzavo un po’ il muro: sarebbe stato stupido non proteggersi dai pericoli.
A poco a poco mi procurai un bel letto caldo, buon cibo, buon vino, bei vestiti, quadri, libri. Stavo veramente bene all’interno della mia prigione, così invece di uscire presi l’abitudine di guardare il mondo esterno dalla finestra.
Dentro la prigione ogni cosa è al suo posto: questo ordine mi dà sicurezza, perché lo conosco bene e posso muovermi anche tenendo gli occhi chiusi.
A volte mi viene la curiosità di sapere che cosa accade fuori, ma poi un po’ per pigrizia, un po’ per paura, un po’ per abitudine ed un po’ per mancanza di fantasia preferisco restare qui dentro al sicuro.

Viviamo in prigione quando siamo schiavi delle nostre abitudini, quando i nostri pensieri seguono sempre gli stessi percorsi, quando non abbiamo la curiosità di scoprire nuove strade, quando chiudiamo gli occhi per non vedere quello che non ci piace, quando ci rifugiamo nella razionalità, quando per paura non accettiamo di metterci in gioco un’altra volta, quando per mancanza di fantasia ci accontentiamo di quello che già conosciamo.

Non si vive male nella prigione (questo è il problema!), ma il nostro destino è diverso: viaggiare, scoprire, esplorare la nostra vita fino alle estreme conseguenze.
mat

1 commento:

maurizio ha detto...

Grazie a te, Lux.
Ciao, mat