lunedì, novembre 20, 2006

Il mondo virtuale

Nel mondo virtuale ero diventato finalmente qualcuno.
Ero stato eletto governatore di V-Land, una piccola isola nel CyberWorld. Era stata dura, ma avevo vinto. Negli ultimi mesi avevo passato quasi tutto il mio tempo davanti allo schermo: gli impegni mi costringevano a lunghe ore di lavoro nel palazzo del governo di V-Land.
Con il mio governo V-Land prosperava, nuovi abitanti si insediavano, l’economia era florida.
Avevo perfino trovato l’amore: una giornalista molto carina con cui convivevo da quasi un anno.

La vita reale invece andava a rotoli: la notte non dormivo, di giorno mi trascinavo al lavoro, ma i miei pensieri erano rivolti ai ben più importanti compiti che avevo nel mondo virtuale. Non avevo più amici reali, uscivo di casa il meno possibile. Avevo un aspetto bianco, gli occhi affaticati, i muscoli flaccidi ed infine la notizia peggiore: mi avevano trovato un cancro ai polmoni!

Ne parlai con la mia compagna virtuale e lei mi disse:
- Devo confessarti una cosa, ma devi giurarmi di mantenere il segreto, sia qui che nel mondo reale.
Giurai.
- Io sono morta di cancro 165 anni fa.
Non capii subito.
- Nella vita reale sono morta di cancro 165 anni fa. Avevo 72 anni.
- E chi ti “gestisce”? Chiesi, non trovando parole migliori.
- Nessuno. Ho trasferito tutti i miei pensieri e le mie emozioni dal mondo corporeo in questo mondo, dove non esiste la morte.
- Come è possibile?
Chiesi: non poteva essere vero.
- Tutto il mio cervello è stato analizzato e replicato in un software che da quel momento funziona
esattamente come la mia mente: pensieri, ricordi, emozioni …
Il problema è che l’analisi del cervello deve essere fatta nell’istante in cui muori: se sei vivo, la situazione è troppo fluida e l’analisi non è possibile, qualche minuto dopo la morte inizia il processo di decadimento delle cellule ed è troppo tardi.
Rimasi zitto.
- Il vero punto è che poiché la macchina di analisi è molto ingombrante, tu devi essere lì al momento della morte.
Ancora non capivo.
- … un giorno decidi, vai da loro, loro ti addormentano. Poi ti fanno un’iniezione … e quando muori, trasferiscono la tua mente nella rete.
Era un’idea terribile: era il suicidio del corpo per rendere immortale la mente.

- In fondo che cosa ti resta dall’altra parte? Continuò.
- Malattia, sofferenza, fallimento e solitudine ed infine la morte. Qui invece hai me, potremo vivere per sempre: senza vecchiaia, senza morte. E poi sei governatore: in fondo hai il dovere morale di impegnarti per questo paese.

Ci riflettei per alcune settimane, poi decisi.

Nella vita fisica sono morto da molti anni ormai.

mat

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