giovedì, novembre 30, 2006

Il tempo più dolce

"... ma come dei cibi sceglie i migliori, non la quantità, così non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce."
Epicuro (Lettera sulla felicità)

Non voglio perdere un solo minuto della mia vita in attività grige o noiose.

mat

mercoledì, novembre 29, 2006

La vita divina (4) – Quello che io credo

“Non avevo né guida, né luce, eccetto quella che brillava nel mio cuore, questa luce mi guidava più sicura di quella del mezzogiorno nel luogo in cui mi attendeva Colui che mi conosce perfettamente.”
S. Giovanni della Croce

Sento che la mia via sta in mezzo tra il cristianesimo e le religioni orientali.

Credo che la vita sia infinita, che il mio essere esista da sempre e per sempre.

Vivere è pensare, agire, provare emozioni, gioire, comunicare, … ma non è solo questo. Non si può definire la vita e del resto non servirebbe a molto imprigionarla in concetti chiari e logici.

Questo corpo fisico è per il momento il supporto alla nostra vita e penso che una volta morti non torneremo in un altro corpo fisico. Da qui due considerazioni: la prima è che dobbiamo fare l’uso migliore di questo corpo dal momento che è un’opportunità che non ci verrà data una seconda volta, la seconda è che non dobbiamo pensare che la vita sia tutta qui.

Dopo la morte fisica, la nostra evoluzione continuerà. Nessuno però può sapere che cosa succederà dopo la morte, perchè la nostra vita sarà così diversa da risultare “non-pensabile” con la nostra mente. Noi facciamo molte ipotesi per immaginare "l'aldilà": incorporeità, assenza delle dimensioni spazio-tempo, comunione di tutti gli esseri, … ma in realtà non riusciamo nemmeno ad avvicinarci alla comprensione di come sarà veramente.

Penso che non si possa spiegare “perché” esiste la vita, in quanto la logica è soltanto una rappresentazione della nostra mente, che vale per i fenomeni quotidiani, ma non è applicabile alla metafisica.

Non riesco a vedere il Bene ed il Male in assoluto, di cui uno è giusto e l’altro è sbagliato per qualche ragione metafisica. Il bene è quello che ci porta verso la gioia ed il male è quello che ci porta verso la sofferenza. Questo non significa assolutamente che dobbiamo cercare la soddisfazione immediata dei nostri desideri e piaceri, perché non è questa la strada verso la felicità, anzi io credo che riuscire ad accontentarsi di poco ed essere distaccati dai desideri sia la sola strada verso la felicità.

Per oggi mi fermo qui.
mat

martedì, novembre 28, 2006

Che cos'è una preghiera

"Non è per me che chiedo aiuto. So che tutte le forme in cui risiediamo devono perire ... ma è questo ciò per cui vi prego: non lasciate che periscano prima che abbiano adempiuto allo scopo per cui furono create."
Lama Anagarika Govinda (La via delle nuvole bianche)

Io non riesco a pregare: non so bene a chi rivolgermi, non riesco a sentire qualcuno “dall’altra parte” che veramente stia lì ad ascoltare le mie preghiere ed intervenga nel mondo per esaudirle.
D’altra parte quasi tutte le religioni comprendono la preghiera e dichiarano che se si prega con convinzione e se la causa è giusta, si verrà esauditi.
La preghiera consiste quindi nella combinazione di fede e dell’incontro della volontà dell’uomo con quella di Dio. A quel punto le forze dell’uomo vengono moltiplicate e si riescono ad ottenere risultati incomprensibili per la logica umana.
Io non riesco ad immaginare un Dio che interviene attivamente nella vita del mondo, superando le leggi fisiche e modificando i flussi di causa-effetto che determinano gli avvenimenti.
Credo invece che la nostra volontà abbia un potere molto più forte rispetto a quello che normalmente crediamo e che la fede, la preghiera ed il sacrificio siano soltanto “tecniche” per focalizzarla sul raggiungimento di certi risultati.
Sono comunque convinto che, indipendentemente da come vogliamo spiegarla (potere della nostra volontà oppure aiuto da parte di un Dio "interventista"), ognuno di noi ha la potenzialità di realizzare più di quanto normalmente creda.

mat

P.S. Se avete tempo e voglia andate a leggervi questa semplice favoletta che mi ha spedito ieri un'amica che non sentivo da molto tempo: http://www.pinu.it/trappola_topi.htm.

lunedì, novembre 27, 2006

Confuso

Inquieto,
scelgo la strada
del dolore.
Osservo
la mia vita,
che oggi,
confusa,
non riesce a volare.

Oggi è una brutta giornata: mi sento fragile e triste.

mat

sabato, novembre 25, 2006

Polvere gettata controvento

"Il male fatto a un innocente
è come polvere gettata controvento.
Esso si ritorce contro chi lo fa."
Dhammapada

... credo che questo sia vero per tutto il male.

mat

venerdì, novembre 24, 2006

Coffe Break - Piccoli piaceri e dolori

Cerco di fare una classifica dei piccoli piaceri e dolori personali nella mia vita quotidiana.

PIACERI
1. Il rilascio di endorfine dopo lo jogging
2. Il sesso
3. Governare una barca a vela con vento forte
4. Le coccole
5. Respirare l’aria pura, fredda e rarefatta dell’alta montagna
6. Arrampicare
7. Una chiacchierata profonda con un amico/a
8. Svegliarmi riposato in un posto nuovo
9. Guardare il cielo limpido
10. Caffè e brioche al mattino

DOLORI
1. Avere mal di testa
2. Essere troppo stanco
3. Essere circondato da persone tristi
4. Addormentarmi la sera da solo in albergo (quando sono in giro per lavoro)
5. Parlare con chi non sa ascoltare
6. Svegliarmi presto per prendere l’aereo
7. Essere in un locale poco accogliente oppure troppo rumoroso
8. Avere tutte le prossime settimane già programmate
9. Arrivare in ritardo
10. Fare la fila

mat

Fiori e stelle

"Rivestita di fatti la verità si sente oppressa; nel costume della poesia si muove disinvolta e libera".
Rabindranath Tagore

Il tempo
scorre piano
sotto queste stelle,
che paiono fisse.
Immagini
di mondi lontani
si riflettono
per un attimo
nei miei occhi,
mentre immagino
il mio essere
stupendo.
Come fiori e stelle
ed ogni cosa
che esiste.

mat

giovedì, novembre 23, 2006

La vita divina (3) – Altre domande senza risposta

Nonostante le differenze tra le diverse visioni della vita, tutte le religioni hanno la stessa certezza: esiste un’anima, diversa dal corpo, che sopravvivrà dopo la morte fisica e che deve seguire un percorso evolutivo.

Ma perché l’anima deve evolvere?
Non era possibile crearla già evoluta?
Ed ancora:


Perché nel suo percorso di evoluzione l’anima deve ad un certo punto entrare nel corpo?
E più in generale:

Che cosa aggiunge alla VITA DIVINA l’evoluzione di tutto il nostro universo fisico?
La spiegazione più immediata a questo punto mi sembra essere la metafora di Adamo ed Eva della bibbia: le forze del bene (Dio) hanno creato un mondo fisico perfetto perché era una cosa bella, ma esistono delle forze del male che sono riuscite a rovinarlo.
In realtà potrebbe essere altrettanto vero che il mondo è stato creato dalle forze del male e le forze del bene lo stanno migliorando (il progresso?).

In ogni caso questo significa che c’è una lotta in corso anche in questo momento tra bene e male.
E se c’è una lotta significa che non si può sapere chi sarà il vincitore.

Che cosa succederà allora se dovessero vincere le forze del male?
Siamo DAVVERO in una guerra in cui la posta in gioco è la felicità o la sofferenza di tutti gli esseri (sembra fantascienza)?

Anche la spiegazione orientale prevede l’esistenza di forze del bene e del male, ma le pone all’interno della nostra mente o del nostro essere, senza spiegare però perché il nostro essere individuale sia stato creato così.

Siamo ai confini delle mie capacità di pensiero: ogni spiegazione ha delle contraddizioni e le regole della logica non sono più applicabili.
Oltre questo punto nella mia mente c’è soltanto una parete di roccia nera, liscia e non scalabile. Sono in un vicolo cieco.
Come in montagna bisogna ridiscendere e tentare di raggiungere la cima per un’altra via... mi vengono in mente le parole di Erasmo da Rotterdam nel suo Elogio della Follia:
"D'altra parte perché una definizione, che sarebbe quasi un'ombra e un'immagine, quando potete vedermi con i vostri occhi?".

mat

mercoledì, novembre 22, 2006

La vita divina (2) – Domande senza risposta

Tre sono per me le principali differenze tra le rappresentazioni della vita del cristianesimo e di alcune religioni orientali (induismo e buddismo in particolare).

La più evidente mi sembra il fatto che nella concezione orientale abbiamo un tempo infinito davanti a noi per evolvere, rimediare gli errori ed ottenere l’illuminazione.
Secondo il modello cristiano ci giochiamo invece tutta l’eternità durante questi pochi anni di vita fisica.
Perché non sarà possibile cambiare il nostro destino dopo la morte del corpo, se l’anima sopravvive?
Davvero non sarà più possibile evolvere, per il resto dell’eternità?
Un’altra grossa differenza è nel concetto di responsabilità individuale sul proprio destino: nelle religioni orientali siamo nati tutti uguali ed ognuno di noi sta oggi raccogliendo i frutti delle azioni da lui stesso eseguite in tutto l’arco delle vite passate (karma).
Il cristianesimo prevede invece la creazione di ogni anima in momenti diversi e con opportunità diverse (i famosi “talenti” della parabola del vangelo). Siamo quindi tutti diversi perché Dio ci ha creati così ed il nostro destino è pesantemente influenzato dalla volontà divina.
Ma allora perché tutte queste differenze?
Perché Dio vuole che alcuni bambini si ammalino gravemente e muoiano?
Perché alcuni di noi nascono in posti dove moriranno di fame, mentre altri saranno circondati da amore, fortuna e ricchezze?
La terza differenza riguarda il nostro futuro lontano: la visione cristiana immagina per noi un’eternità fatta di esseri individuali. La stessa resurrezione dei corpi è una metafora del mantenimento della nostra individualità.
Le religioni orientali ed in particolare il buddismo immaginano invece le vite individuali destinate ad annullarsi nell’Essere.
Ma allora perchè esistono oggi le nostre vite individuali?
Non muore forse la nostra anima annullandosi nell’Essere?
Ragionando con la nostra logica su questi concetti estremi, si arriva continuamente a vicoli senza uscita.
Sarà necessario prima o poi abbandonare i pensieri ed esplorare altri spazi …

mat

martedì, novembre 21, 2006

La vita divina (1)

"Che cos'eravamo prima di nascere e che cosa siamo dopo la morte, sono le domande e la risposta dell'una dipende da quella dell’altra."
Sri Aurobindo (La vita divina)

Alcune immagini per capire da dove veniamo e dove andiamo.
Sono soltanto immagini che sento dentro di me: i migliori filosofi hanno ragionato su questi temi per migliaia di anni, senza trovare una sola certezza, quindi non mi aspetto di poterla trovare io.
Il cristianesimo immagina la continua creazione di anime da parte di Dio. Le anime vengono create ed “inserite” nei corpi umani: da quel momento avranno una vita individuale eterna. L’immagine è quella di linee che iniziano da un punto e proseguono all’infinito.

Molte religioni orientali pensano invece ad una serie di vite individuali, esistenti da sempre. Tali vite erano inizialmente perfettamente uguali ed ora stanno seguendo percorsi evolutivi diversi attraverso diverse “vite” fisiche e finiranno per ricongiungersi nell’unica “Vita” o “Essere”, non più individuale, ma universale. L’immagine è opposta a quella del cristianesimo: molte linee che non hanno un inizio e finiranno per riunirsi in un unico punto.

Mi piace completare questa immagine con un’altra, che proviene dall’induismo. Le vite individuali sono come le onde nell’oceano: movimento temporaneo della superficie dell’acqua, continuamente destinate a nascere ed annullarsi, in una danza infinita, nella quale nessun’onda può esistere indipendentemente dall’oceano e dalle altre onde.

Un’altra immagine che ho dentro di me fin da quando ero ragazzo è che la “Vita” sia una cascata d’acqua, mentre le nostre vite individuali sono dei tubi opachi attraverso i quali l’acqua passa per poi uscire e ricongiungersi alla cascata.

Nei prossimi post vorrei riflettere sui diversi modi di vedere la vita che derivano da queste immagini così diverse.

Mi piacerebbe anche che qualcuno descrivesse le immagini della vita che porta dentro di sé.

mat

lunedì, novembre 20, 2006

Il mondo virtuale

Nel mondo virtuale ero diventato finalmente qualcuno.
Ero stato eletto governatore di V-Land, una piccola isola nel CyberWorld. Era stata dura, ma avevo vinto. Negli ultimi mesi avevo passato quasi tutto il mio tempo davanti allo schermo: gli impegni mi costringevano a lunghe ore di lavoro nel palazzo del governo di V-Land.
Con il mio governo V-Land prosperava, nuovi abitanti si insediavano, l’economia era florida.
Avevo perfino trovato l’amore: una giornalista molto carina con cui convivevo da quasi un anno.

La vita reale invece andava a rotoli: la notte non dormivo, di giorno mi trascinavo al lavoro, ma i miei pensieri erano rivolti ai ben più importanti compiti che avevo nel mondo virtuale. Non avevo più amici reali, uscivo di casa il meno possibile. Avevo un aspetto bianco, gli occhi affaticati, i muscoli flaccidi ed infine la notizia peggiore: mi avevano trovato un cancro ai polmoni!

Ne parlai con la mia compagna virtuale e lei mi disse:
- Devo confessarti una cosa, ma devi giurarmi di mantenere il segreto, sia qui che nel mondo reale.
Giurai.
- Io sono morta di cancro 165 anni fa.
Non capii subito.
- Nella vita reale sono morta di cancro 165 anni fa. Avevo 72 anni.
- E chi ti “gestisce”? Chiesi, non trovando parole migliori.
- Nessuno. Ho trasferito tutti i miei pensieri e le mie emozioni dal mondo corporeo in questo mondo, dove non esiste la morte.
- Come è possibile?
Chiesi: non poteva essere vero.
- Tutto il mio cervello è stato analizzato e replicato in un software che da quel momento funziona
esattamente come la mia mente: pensieri, ricordi, emozioni …
Il problema è che l’analisi del cervello deve essere fatta nell’istante in cui muori: se sei vivo, la situazione è troppo fluida e l’analisi non è possibile, qualche minuto dopo la morte inizia il processo di decadimento delle cellule ed è troppo tardi.
Rimasi zitto.
- Il vero punto è che poiché la macchina di analisi è molto ingombrante, tu devi essere lì al momento della morte.
Ancora non capivo.
- … un giorno decidi, vai da loro, loro ti addormentano. Poi ti fanno un’iniezione … e quando muori, trasferiscono la tua mente nella rete.
Era un’idea terribile: era il suicidio del corpo per rendere immortale la mente.

- In fondo che cosa ti resta dall’altra parte? Continuò.
- Malattia, sofferenza, fallimento e solitudine ed infine la morte. Qui invece hai me, potremo vivere per sempre: senza vecchiaia, senza morte. E poi sei governatore: in fondo hai il dovere morale di impegnarti per questo paese.

Ci riflettei per alcune settimane, poi decisi.

Nella vita fisica sono morto da molti anni ormai.

mat

sabato, novembre 18, 2006

Positive things ...

"Positive things happen to positive people."
Larry (un mio amico americano).

venerdì, novembre 17, 2006

Coffee Break (2) – Di che colore è …

andare: verde
imparare: azzurro
amare: azzurro
parlare: giallo/ocra
ascoltare: azzurro
giocare: rosso
aspettare: bianco (ovvio!)
stare male: grigio
essere felici: io sento due tipi di felicità molto diversi tra loro. Il primo è giallo chiaro ed è la felicità soltanto interiore, slegata da qualsiasi attività esterna, mi capita solitamente quando sono solo, spesso in ambiente chiuso. Quando invece sto facendo qualcosa che mi rende felice, quella felicità è di colore azzurro scuro.
morire: nero con un piccolo puntino bianco

giovedì, novembre 16, 2006

Ragione

RAGIONE, sost, f., meccanismo immaginario sul quale si scarica la responsabilità del pensare.
-- Renè Daumal (La Gran Bevuta)

Ogni risposta
è una gabbia.
Ogni idea
è una prigione
per la nostra mente,
che ha disimparato
a vagare
libera
nell’essere.

mat

mercoledì, novembre 15, 2006

Emozioni distruttive

Sembra che molte emozioni distruttive possano essere ricondotte a queste tre fondamentali:
- ira/odio
- avarizia
- ignoranza.
L’ira nasce da una mente infelice, l’avarizia dalla mente non equilibrata, l’ignoranza dalla pigrizia.

Ogni emozione distruttiva ha un suo antidoto positivo:
- tolleranza/compassione
- non attaccamento
- conoscenza.

Le emozioni distruttive hanno molte conseguenze negative:
- ottenebrano la mente
- rendono difficili i nostri rapporti con gli altri
- fanno male al nostro fisico
- causano sofferenza a noi ed agli altri

Gli antidoti hanno invece le conseguenze positive opposte:
- rendono la nostra mente più lucida
- ci rendono amati
- fanno bene al fisico
- portano gioia

Le emozioni dipendono da noi: gli stimoli esterni hanno importanza, ma soltanto fino ad un certo punto.
Le emozioni sono nella nostra mente, vivono delle nostre energie e della nostra attenzione.
Sta a noi coltivare le emozioni che desideriamo, non alimentando le altre.

Ciao, mat

martedì, novembre 14, 2006

È difficile essere liberi

Il legame più forte
non è una catena di ferro,
né una morsa di legno, né una fune,
ma l'attaccamento a un gioiello,
ai figli, a una donna.
-- Dhammapada

La vera libertà consiste nel non far dipendere la nostra felicità da persone o cose al di fuori di noi.
L’uomo incapace di separarsi dai propri desideri sarà infelice come l’avaro incapace di separarsi dal proprio denaro.
Non i desideri ci imprigionano, ma il nostro attaccamento ad essi.

Questo si lega con un’altra frase che mi fa riflettere fin da quando ero ragazzo:

Tu hai diritto soltanto all'azione, e mai ai frutti che derivano dalle azioni.
Non considerarti il produttore dei frutti delle tue azioni, e non permettere a te stesso d'essere attaccato all'inattività.
-- Bhagavad Gita

La chiave sta nel desiderare ed agire senza attaccarci ai “frutti”.

Sento profondamente vera questa frase, riesco anche a viverla parzialmente, ma non riesco ad avere una visione chiara nella mia mente di questi concetti.

mat

lunedì, novembre 13, 2006

Attimi

Amo
il sole che nasce
tra i pini
la mattina.
Amo
il profumo
del bosco
dopo la pioggia.

mat

lunedì, novembre 06, 2006

Come acqua nell'acqua (2)

"Il miglior modo per conservare una goccia d'acqua e' versarla nell'oceano".

Ieri girovagando in una libreria ho letto nella cover di un libro sul buddhismo questa frase, che completa in modo incredibile il mio post precedente.

mat

domenica, novembre 05, 2006

Come acqua nell’acqua

L’anima del saggio è come acqua pura: non ha una forma propria, ma si adatta a qualsiasi forma. La luce la attraversa: illuminandola, ma senza diminuire di intensità. Nulla vi si può nascondere. L'anima del saggio è trasparente e non fa ombra a nessuno.
E' una come una sorgente fresca che dà gioia e ristoro a chiunque lo chieda.

Il corpo è come un vaso che racchiude l’anima.
Quando la vita muore, il vaso si rompe e l’acqua pura si versa nel mare, confondendosi con il tutto.
Nessun occhio potrà allora distinguere l’acqua del vaso da quella del mare, nessuna forza potrà più ricostruire l’anima trasformata.

mat

venerdì, novembre 03, 2006

Coffee Break (1) – Di che colore è …

Ho fatto questo gioco fin da piccolo. Bisogna guardarsi dentro, ma senza pensare e rispondere con la prima immagine che appare. È interessante come persone diverse associno colori diversi agli stessi concetti, mentre i colori rimangano (almeno per me) stabili anche con il trascorrere degli anni. Nel mio caso l’unico cambiamento riguarda dicembre, passato dal verde al blu.

Di che colore è …
gennaio: bianco sporco (come la neve?)
febbraio: verde scuro
marzo: grigio
aprile: arancione
maggio: rosso vivo
giugno: giallo (come le spighe mature?)
luglio: rosso sangue
agosto: tra blu e viola
settembre: azzurro chiaro
ottobre: rosso cupo
novembre: marrone
dicembre: blu scuro

lunedì: verde
martedì: rosso
mercoledì: blu-grigio
giovedì: rosso
venerdì: verde cupo
sabato: rosso scuro
domenica: gialla molto luminosa, quasi bianca

Mi piacerebbe che qualcuno facesse questo gioco con me qui sul mio blog.

Oltre i pensieri

Come da un’unica fiamma si sprigionano diverse scintille, così dall’unica verità nascono diversi pensieri.
Come scintille dalla fiamma, i nostri pensieri nascono, tracciano figure luminose nel vuoto, poi cadono a terra e si spengono.
Milioni di pensieri vagano nella nostra mente: imperfetti e stupendi.
Ogni pensiero è un frammento di cristallo, acuminato e tagliente. Ogni pensiero ci indica una direzione, ma non è che un riflesso parziale della verità e nessuna pazienza sarà mai in grado di ricomporre tutti i riflessi in un’unica immagine. Per questo motivo, quando arriviamo ai confini della nostra capacità pensare, dobbiamo

accettare invece di capire,
amare invece di giudicare,
rischiare invece calcolare.

Solo in questo modo potremo essere veramente persone.

mat